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Memorie Inutili

(con recita di Maurizio Soldà) - Conestabo ArtGallery - Trieste 2010
monologo con morale finale

Che ricordi!
che preziosi ricordi nascondete di sera sotto il morbido cuscino di seta dove appoggiate le vostre testoline stanche!
Ricordate tutti quei piccoli fatti quotidiani, che vi hanno tanto colpito, accaduti ieri o anni fa?
Ricordate, ad esempio, di quella volta quando vi siete trovati per strada, immersi nel traffico, circondati da tante, colorate e luccicanti automobili che percorrevano
veloci le vie del centro? sembravano delle piccole api indaffarate intorno all’alveare!
E ricordate quel giorno che passeggiavate felici, a piedi nudi, per quel meraviglioso giardino che aveva un’erba così soffice, verdissima?
Ricordate che tranquillità, che bellezza? Un incanto!
E ancora: ricordate quel giorno di quel lontano agosto del 2001, quando siete saliti sulla sommità delle Torri Gemelle? Ricordate la piacevole ebbrezza che avete provato quando siete sbucati su quel terrazzo, là in alto, in cima a quei fragili colossi, ad ammirare il cielo sopra di voi, quel cielo terso, splendente, di un azzurro cromato? E quel venticello leggero che vi accarezzava? Che meraviglia!
Però, però … a pensarci bene quelle case che circondavano tutte quelle belle automobiline colorate erano invece grigie, proprio scolorite, con le facciate che sembravano addirittura butterate! e in quel giardino meraviglioso, se ben ricordate, aleggiava viceversa uno strano lezzo e l’erba puzzava di marcio! Sì, proprio di marcio!

Non lo ricordate?
E ancora: ricordate di quando avete abbassato lo sguardo dall’alto delle Torri?
Vi rammentate di New York City, schiacciata da quella nebbia unta, malaticcia e rugginosa? Lo ricordate o no?
Non era più la Città con la C maiuscola, il Centro del Mondo,
appariva un gigantesco bassofondo, un’immensa baraccopoli….
Così era apparsa, così…altro che….
E pensare che dopo un mese da quella visita da turisti omologati…
è arrivato l’11 settembre di quell’epocale 2001.
E voi avete cominciato a raccontare.
Si, avete cominciato a raccontare di quella banale visita sul Tetto del Mondo, fatta appena un mese prima di quel Giorno, quando l’Uomo ha creduto di essere Dio.
Non avete più smesso di raccontare. E tutti a bocca aperta, ad ascoltarvi:
“Davvero ? eri là ? … ma dai ! è incredibile…”
Così si ripresenta la magia, di nuovo ed improvvisamente tutto cambia:
quella giornata da turista così uguale a tante altre diviene
un avvenimento mitico
un episodio da iscrivere a lettere maiuscole nel diario delle vostre vite
da raccontare come fiaba ai nipoti
nonostante
un giorno prima
od un giorno dopo
altre migliaia di turisti sono state lì in pellegrinaggio
a montare su quegli ascensori sparati verso il cielo
ad ammirare i nuovi colossi di Memnone
e così ogni giorno
ogni giorno
fino a quel Giorno,
quel Tragico Giorno ….
E dopo ? e dopo gli Eroi siete stati voi ! sì, proprio voi ! e, pensateci bene, solo per il fatto di esserci stati ! non è stato meraviglioso tutto ciò, non è stato esaltante ?
vi ricordate il vostro petto gonfio di orgoglio quando declamavate ormai con fare abituale “Ma lo sapevate che …. “?
E pensare che invece tutto era – diciamolo finalmente – proprio banalmente
NOR-MA-LE, esattamente il contrario di quanto ora lo ricordate:

Quel giorno, in cima a quelle Torri, non c’erano Spade fiammeggianti, Marziani da sconfiggere e Astronavi aliene ! No ! c’eravate solo voi ! con la vostra stupida macchina fotografica perennemente al collo e la guida nello zainetto !
Ma così siam fatti : con il passare del tempo, SEMPLICEMENTE RICORDANDO, quei piccoli avvenimenti sono venuti a galla, e, come un pesce appena pescato, fuor d’acqua hanno mutato pelle e colore, si sono trasformati in eventi fantastici, in episodi mitici, alla fine in tante belle fiabe da raccontare !
Quante di quelle automobili colorate hanno messo le ali ?
Ditemelo !
Quanti dei piccoli cani incontrati in quei verdissimi giardini si sono trasformati in lupi feroci ?
Eh, quanti ?
Quanti turisti, in cima alle Torri, sono diventati Cavalieri del Sacro Graal ?
Uno, due , tre, centinaia ?
Che meraviglia ! Che bello ! Un trucco da Circo, vedete : quegli attimi, ora banalmente insignificanti, un domani, nel nostro futuro …. Puf ! si duplicano e diventano meravigliosi.
Il fango trasmuta in oro. GRANDE MAGIA : il Presente ed il Futuro insieme,
come sovrapposti, in un solo istante !
Però, però … alla fin fine, scusate, vi chiedo : che senso ha tutto ciò, a cosa serve questo fantasticare, questo ricordare, se poi tutto era così semplice, banale, e quel giorno non c’era nessun Lupo Feroce ? Eh ? che senso ha ?
Sono andato a chiederlo a ZELU’, il mio amico, il Mostro Turchino, condannato a vivere fuori dal mondo, da tempo innumerevole, in un’umida grotta.
Zelù è brutto, proprio brutto, è un mostro …. mostruoso e – se vuole – può decidere delle nostre vite ! pensate:
ci può fare innamorare perdutamente della prima ragazza che vediamo passare per strada,
ci può scambiare uno con l’altro,
ci può rendere incredibilmente poveri, vestiti di cenci, oppure
può farci diventare immensamente ricchi, proprietari, pensate un po’, di un castello dalle cuspidi d’oro massiccio.

Zelù è fatto così, non bisogna farlo arrabbiare, non bisogna adularlo, non bisogna guardarlo. Bisogna saperlo prendere per il verso giusto. Lo conosco da anni: lui è un Mostro, bisogna saperci fare.
Vado a trovarlo, là in mezzo al bosco, dove la luce del sole fa fatica ad arrivare.
Mi siedo su un masso davanti alla sua orrida spelonca. Sento il suo pesante respirare provenire dal buio della grotta. Lui sa che sono qui. Attendo che esca.
Eccolo. Non c’è saluto, non c’è cenno, solo un incrocio veloce di sguardi.
Vado subito al dunque, con Zelù non esistono preamboli ed inutili convenevoli:
“Dimmi un po’ Zelù … secondo te, che senso ha, … insomma, a cosa serve tutto questo nostro incessante ricordare, questo nostro ansioso affanno di raccogliere cartoline, piccoli souvenir, fiori di campo, ciocche di capelli, lettere su carta giallina tenute insieme da nastri di seta, se poi tutti questi ricordi sono in realtà memorie di avvenimenti così semplici, banali, e quella volta in quel giardino, in quella strada, in cima a quel grattacielo non c’erano Hänsel e Gretel ? Eh, Zelù ? Dimmi, che senso ha ?”
Attendo trepidante la sua risposta. Solo lui può sciogliere l’angosciosa domanda.
Zelù con gesto lento si siede di fronte a me, su un grande tronco muschioso. China il capo, appoggia il mento sul petto possente, lo sguardo fisso a terra. Socchiude gli occhi e, presa la testa orribile tra le sue gigantesche mani ungulate, sospira pesantemente ed infine sussurra:

“Sono tutte MEMORIE INUTILI” !
MORALE
NON TORNATE sui vostri passi!
NON TORNATE dove siete stati felici!
NON TORNATE a cercare!
NON scavate!
Lasciate tutto là, non toccate niente:
l’Ametista splende da sola, non occorre spolverarla!

referenze:

11.09.10.19.30