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Ad manus / Ad pedes

Fondazione De Banfield – Trieste 2002

“Davvero la persona umana ha dei luoghi nel cuore, che soltanto il dolore porta alla luce.” (1)

Le stanze degli ospedali. Le mani ed i piedi dei malati con la pelle dello stesso biancore delle lenzuola.

“La malattia riporta all’essenziale, provoca a rivedere ciò per cui ho vissuto e vivo.” (1)

Le stanze degli amanti. Le mani ed i piedi degli amanti con i muscoli che affiorano attraverso la pelle.
Ti accarezzerò con queste mani, ti pregherò giungendo le mani, ti saluterò con un rapido cenno della mia mano. Giungerò fino a te con i miei piedi, starò in piedi ad aspettarti, bacerò i piedi del santo.
Il Corpo è come una parola non detta, una realtà non completa, che rimanda ad altro: le mani ed i piedi sono il tramite dei nostri sentimenti, i simboli fisici delle nostre sofferenze, le parti del nostro corpo che silenziosamente, senza parole e suoni, più intimamente ci relazionano agli altri.
Mi sono perso nei labirinti di carne e tendini di quelle mani e di quei piedi, indagandone senza pace la pelle, le sue screpolature ed i suoi colori. Sono entrato in quelle pieghe, in quelle cicatrici, con l’ansia di raggiungerne la verità profonda.
Voglio una mostra su questo tema:

“AD MANUS / AD PEDES”
parafrasando Dietrich Buxtehude. (2)

Le sue musiche per i miei quadri. Farò ventuno piccoli disegni colorati, appesi come appunti ad un sipario di tela. I proventi – tutti, e spero nel mio cuore che ci siano – all’”Associazione Goffredo De Banfield”.

(1) Carlo Maria Martini: “Il Corpo”
(2) Dietrich Buxtehude: “Membra Jesu Nostri”

referenze:

04.03.02.22.30